venerdì 18 febbraio 2011

Passo Portula, 2280 m – Conca del Calvi (Carona)

Data: 13 novembre 2010
Eroi: Niccolò, Stefano

Si parte alle 6 del mattino da Milano, con una destinazione ben precisa (Carona, in cima alla val Brembana) ed un’ambizione ancora più precisa: la vetta del Cabianca e l’anello che congiunge questa vetta alla valle dei Frati, per ritornare poi giù a Carona dal sentiero estivo.
Arriviamo a Carona (1110 m) verso le 8 del mattino, la temperatura è drammaticamente vicina allo zero ma il cielo terso e limpido ci fa capire che ci sono tutte le condizioni per una giornata strepitosa. Attacchiamo la carrabile che porta al Rifugio Calvi (2020 m) con molta determinazione, rischiando l’osso del collo su qualche tornante ghiacciato, ma a noi ci piace così.



Fra una chiacchiera e l’altra arriviamo alla diga del lago di Fregabolgia (1957 m), che ci accoglie con la sua imponente mole sotto un sole quasi primaverile tanto è caldo. La neve, fino a quel punto abbastanza dura e solida, inizia a cedere sotto i colpi dei raggi ultravioletti, e gli scarponi, ancora inopportunamente privi di ghette, iniziano a sprofondare con somma gioia di entrambi. Qualche istante di pausa per fare due foto alla conca che inizia ad aprirsi davanti ai nostri occhi non si può non fare, e quindi l’occhio casca sul monte Cabianca (2601 m) davanti a noi, sommerso da una bella coltre di neve, che sembra stia aspettando solo noi.



Il tempo di arrivare al Calvi e le nostre ambizioni vengono frustrate dal rifugista, che indicando la spalla del Cabianca e il sottostante canalino ci dice che andare su di là si rischia di smuovere troppa neve e di restare sotto qualche valanga. Non pago di questo avvertimento, ci fa notare che le sole tracce che si avventurano da quelle parti sono quelle di due sci alpinisti, che però hanno pensato bene di ritirarsi prima di tentare la sorte. Di conseguenza, al grido di “Pazzi sì, ma scemi no!”, ci incamminiamo verso il Passo Portula (2280 m), seguendo le impronte di qualche altro avventuriero con le ciaspole che ci ha preceduto. Nonostante qualche incidente di percorso (lievi crampi per Mr. Stefano), raggiungiamo indenni il Passo dopo qualche suggestivo passaggio fra magiche dune innevate, e giunti lassù si apre davanti uno scenario da favola. L’alta Val Seriana è immersa nella neve, distinguiamo qualche vetta ma siamo troppo estasiati per metterci a elencarle tutte. In compagnia di qualche cornacchia sgranocchiamo il nostro cibo (in realtà il cibo è tutto di Stefano, io avevo il frigo vuoto), e ci concediamo un po’ di meritato riposo.







                            


La discesa verso il Calvi è meno lunga del previsto, ma abbandonare simili paesaggi può fare molto male. Giunti al rifugio una bella birretta per me e qualcosa di caldo per Stefano ci aiutano a ridarci morale in vista dell’orrida via del rientro, che provvede infatti a segarci le gambe senza troppi complimenti. Alle 16:30 circa siamo alla macchina, pronti a rientrare a casa. In realtà io vado a casa, ma Stefano (un vero eroe!) riparte alla volta della PrimAlpe di Canzo per una rimpatriata con vecchi amici. Se non è passione per l’Alpe questa…



1 commento:

  1. Consiglio: usare un carattere + grande per i post ...non tutti hanno occhi efficienti come i tuoi.... e anche togliere il verifica parola dai commenti ...meglio uno spam in + ogni tanto che far perdere tempo a chi ti lascia un messaggio.
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